Si è allontanata per ora la prospettiva emersa nel settembre scorso della cessione della quota di controllo (70%) detenuta in Unieuro dal Fondo americano Rhone Capital, fondato dal finanziere italo-americano Robert Agostinelli insieme a Steven Lagman, suo ex collega nella società finanziaria Lazard.Gli altri soci di Unieuro sono attualmente il gruppo inglese Dixons (15% del capitale) e i due manager del gruppo: Giuseppe Silvestrini (presidente, con il 10%) e Giancarlo Nicosanti Monterastelli (ceo, con il 5%).

Il marchio Unieuro ha davvero una lunga e variegata storia. Il nome al brand fu dato nel 1967 da Paolo Farinetti (padre di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly), che allora gestiva ad in Piemonte un magazzino per la vendita di capi d’abbigliamento e biancheria, merceologia alla quale venne aggiunta la vendita di elettrodomestici su catalogo nei primi anni ’70, mentre le prime strutture distributive specializzate nella vendita di elettrodomestici vennero aperte solo nel 1986. Il nome Unieuro fu scelto in omaggio ad Altiero Spinelli, autore in epoca fascista del manifesto europeista di Ventotene (ove era al confino) e successivamente parlamentare europeo, in quanto Paolo Farinetti credeva fermamente nella prospettiva dell’Unione europea quale futuro mercato comune.

Dal Piemonte la catena distributiva si estende negli anni ‘90 alla Liguria ed anche al Lazio, acquisendo prima la catena Trony (poi ceduta al gruppo d’acquisto Gre) e poi la Triveneta, per cui sul finire degli anni ’90, anche grazie all’adozione della formula del franchising, Unieuro è ormai presente sull’intero territorio nazionale, con una piattaforma logistica che da Piacenza serve tutti i punti vendita.

 

Nel 2002 Unieuro viene ceduta alla catena inglese Dixons, del gruppo DSG International. Per la sua quota di controllo Oscar Farinetti incasserà 528 milioni, che gli serviranno per iniziare l’avventura di Eataly insieme a Coop Adriatica. In quel momento Uniero conta 120 punti vendita gestiti direttamente (di cui 68 stand alone, 22 localizzati in centri commerciali, 27 in parchi commerciali e 3 in Outlet Center) e 100 negozi gestiti in franchising. Nel 2008 i nuovi manager della catena distributiva avviano un processo di ristrutturazione della rete di vendita, che porta alla chiusura di 40 punti vendita, giudicati scarsamente produttivi.

Nel 2013 Unieuro conosce una nuova svolta nell’assetto proprietario: viene infatti siglato un accordo tra Dixons e SGM (che fa capo a Giuseppe Silvestrini e controlla la catena distributiva di elettrodomestici e prodotti di elettronica Marco Polo, associata al gruppo d’acquisto Expert) che porta alla cessione di Unieuro e alla conseguente fusione in un nuovo gruppo distributivo, sempre con marchio Unieuro, a partire dal 25 giugno 2014.

La nuova Unieuro, che ha ora la sua sede direzionale a Forlì e conserva la piattaforma logistica a Piacenza, presenta una rete di vendita composta di 178 punti vendita a gestione diretta con una superficie di vendita complessiva pari a mq. 282.000 mq. e 260 punti vendita gestiti in franchising.  La copertura del territorio è nazionale, con punti di forza in Lombardia (34 punti vendita), Veneto (29), Piemonte (23), Emilia Romagna (18) e Lazio (pure 18 pdv).

Con questa fusione Unieuro ha consolidato la propria posizione di mercato (con una quota stimata pari a 8-9% ed un giro d’affari di 1,4 miliardi di euro e 4.000 dipendenti) nel campo della vendita di elettrodomestici e dell’elettronica di consumo, davanti a Trony (1,1 miliardi di fatturato), ma dietro Mediamarket (2,088 miliardi di fatturato nel 2014), Expert (1,8 miliardi) ed Euronics (1,7 miliardi).

Nel frattempo anche la rete di vendita continua ad espandersi. Dixons ha ceduto alla catena gli 8 travel store che possedeva in vari aeroporti. Nel solo mese di novembre sono stati aperti 10 nuovi punti vendita, di cui 2 a gestione diretta. Le vendite online hanno raggiunto quota 76 milioni di euro ed ora si punta a vendere tablet e smratphone in gran numero per le vacanze natalizie, per cui di cessione della quota di appartenenza di Rhone Capital per ora non se ne parla più. (onorio zappi)